Chi e’ Mario Celeste?
Caspita. Con questa domanda corriamo il rischio che io dia inizio ad un interminabile sfogo di ciò che sto vivendo in quest’ultimo periodo, ma sarò clemente e soprattutto breve. Ho conseguito la laurea in pittura all’Accademia Albertina di Torino nel 2010. Da allora Mario Celeste sta cercando di capire chi è, dove vuole arrivare e come arrivarci. Fino a due settimane fa a questa domanda avrei risposto: “sono un pasticcere”. Si perché mi sono trovato ad alternarmi tra il dolce o meglio dire i dolci della mia pasticceria, all’amaro di quello che penso mi aspetti fuori. Diciamo che tra una torta e l’altra ho cercato di dipingere per non reprimere quella che chiamo l’altra parte di me, ma ora sento proprio di essere arrivato di fronte a un bivio.
Presentati con un’opera d’arte del passato di qualche grande (o non grande) artista e dicci perché.
Non sono poche le opere che per diversi motivi sento particolarmente vicine a quel che sono, ogni momento o forte sensazione che proviamo, possono essere ritrovati in un’opera d’arte. Ma c’è stata una volta in cui mi sono inaspettatamente emozionato, ed è stato di fronte al dipinto di uno degli artisti che più amo “L’albero d’autunno mosso dal vento” di E. Schiele.
La cosa che non sopporti e la cosa che ami nel mondo dell’arte?
Quando si parla di “mondo dell’arte”, solitamente si è portati a pensare immediatamente al mondo di chi mercifica l’arte o per meglio dire al mercato dell’arte. Io personalmente sono portato ad identificarlo semplicemente in un linguaggio; che passa dall’artista alla sua opera e trova il suo compimento nelle sensazioni procurate non solo a lui ma anche a chi la guarda. Ciò che non sopporto in questo senso è lo sfruttare a proprio favore l’estrema libertà che comporta un linguaggio che non ha segni, forme o colori prestabiliti, per far pensare che ogni cosa possa diventare opera d’arte. Ciò che invece amo è l’universalità di questo linguaggio, capace per mezzo dell’opera di trasmettere quella stessa sensazione provata dall’artista a coloro che vi ci si trovano di fronte. Esattamente come avviene con le parole può far pensare e provare altre innumerevoli sensazioni. L’opera è sensazione che cresce, vive e muta in qualcos’altro.
La persona o l’evento che ti ha cambiato la vita (a livello artistico)
Evento.. come dice la parola stessa viene quasi da pensare a una piena o un’esplosione. Nella mia vita artistica questa “piena” ancora non c’è stata o per lo meno così sembrerebbe. Ma l’acqua goccia per goccia sta continuando a fluire ed è in continuo mutamento. Se questo accade devo ringraziare una ad una le persone che mi stanno vicino e che sono entrate in collisione con me. Perché sono state proprio queste grandi o piccole collisioni a farmi portare avanti un discorso artistico.
Hai già visto Camo? Che impressione ti ha fatto?
Si, credo di esserci stato nel mese di Gennaio e nonostante il periodo invernale il paesaggio visto dalla cima della sua collina è molto suggestivo. Fin da piccolo ho bazzicato nelle colline delle langhe e la sensazione che provo ogni volta è di estrema quiete e serenità.
La tua opera biglietto da visita?
The Blower’s daughter tecnica mista su legno e resina 150x100cm.
L’opera installata sul letto del fiume Ceronda è partita con una piena e se esiste ancora potrebbe essere tutt’ora in viaggio o incagliata da qualche parte.
Chi lo sa?
Museo a Cielo aperto. Come lo vedi il cielo sopra il progetto?
Vento… tanto vento su Camo. Speriamo porti bene.
Anteprima sul lavoro che esporrai.
Ritratto divenuto epigrafe di Vigiu, un senza tetto della città in cui vivo. Ho pensato che non potesse esserci una collocazione migliore di un luogo a cielo aperto.
Vigiu
I tuoi infiniti passi sulla strada
hanno dato nome alla tua casa.
Potevi giungere fino dove si spingeva la curiosità del tuo sguardo.
Hai sentito la pioggia baciarti il palmo delle mani
la luce delle stelle ha guidato i tuoi sogni.
E ora con occhi tristi scruti un mondo di ricordi
lì a pochi passi da te..
I tuoi piedi saldi al terreno trattengono la tua mente
a tornare indietro da lunghi viaggi senza parole.
Aspetti
come d’autunno di cadere e librarti in un volo oltre la rete
allora viaggerai di nuovo
senza mai più tornare indietro.
Dicembre 2010
Esprimi un desiderio, per la tua vita artistica…
Poterla vivere.