Chi sei e cosa fai nella vita?
Sono nato a Modena nel 1970, dove tuttora vivo. Nella vita faccio il letturista di contatori, un mestiere come un altro per sbarcare il lunario. E intanto porto avanti una vita parallela fatta di scrittura e fotografia (che non mi da di che vivere ma mi appaga molto di più). In pratica potrei definirmi come uno scrittore/fotografo o fotografo/scrittore, indifferentemente, anche perchè spesso i due linguaggi espressivi convergono.
Come concili le tue diverse tendenze artistiche?(Scrittura,fotografia,collage)
Ho un modo di scrivere un po’ sui generis, difficilmente scriverò mai un romanzo compiuto con personaggi e intrecci. Io la chiamo “scrittura onirica”, molto visiva e direi anche visionaria, surreale. Un po’ come le tecniche che uso per creare immagini a strati sovrapposti partendo dalle mie singole fotografie. In pratica sia nello scrivere che in fotografia tendo a evadere dalla realtà per arrivare altrove. –
Presentati con un’opera d’arte del passato di qualche grande (o non grande) artista e perché.
Il trittico delle Tentazioni di sant’Antonio di Hieronymus Bosch, che ogni volta sa stupirmi per la sua atmosfera cupa e la straordinaria varietà di figure mostruose che vi sono rappresentate. Lui era un artista sicuramente molto avanti per i suoi tempi.
La cosa che non sopporti e la cosa che ami nel mondo dell’arte?
Mi da abbastanza fastidio constatare che, inevitabilmente, anche il mondo dell’arte è sottoposto alle stesse regole del gioco, spesso false e ingiuste, che vigono in tutti gli altri aspetti del mercato. Ma per fortuna l’arte in se non è mercato, è l’espressione più alta della creatività e sa regalarci emozioni forti, ispirazioni, momenti intensi che vale la pena vivere.
La persona o l’evento che ti ha cambiato la vita (a livello artistico).
Forse è una forzatura, ma credo che oggi non avrei la stessa visione letteraria delle cose se non avessi incontrato la scrittura di Dino Buzzati. Mentre a livello fotografico non ho una persona equivalente ma tante influenze diverse messe insieme anche inconsciamente, su tutte quella di Luigi Ghirri.
Hai già visto Camo? Che impressione ti ha fatto?
Non l’ho vista realmente, ma mi sono fatto un’idea positiva guardando le foto sul sito del museo. E i luoghi sono sempre molto meglio dal vivo.
La tua opera biglietto da visita?
“La persistenza del bambino giallo”, serie di 4 fotografie elaborate.
Museo a Cielo aperto. Come lo vedi il cielo sopra il progetto?
Un cielo benaugurale, con la luce di maggio che durante il giorno illumina le opere con un’ampia gamma di tonalità e direzioni e che rimane fino a sera.
Anteprima sul tuo lavoro che esporrai.
Un bambino con l’impermeabile giallo che corre sotto la pioggia nel giardino di Boboli, a Firenze. Diversi anni fa. Uno scatto casuale che lo ferma nell’atto del correre. La sua corsa perpetuata in una serie di immagini dove l’unica costante è quel bambino giallo mentre lo sfondo cambia in un continuo fluire di ricordi e visioni. Quel bambino giallo attraversa i luoghi, i momenti, i sogni di un’esistenza, come una traccia che resta immobile nel tempo. Un’impronta, un’ombra che rimane mentre la vita scorre come gli alterni scenari di un film.
Esprimi un desiderio, per la tua vita artistica.
Che non venga mai meno l’ispirazione.